Breve cronaca del tentativo di assalto neofascista alla manifestazione di Arcigay.
Domenica 10 febbraio a Mantova si è tenuta la manifestazione nazionale di Arcigay per promuovere i diritti delle coppie omosessuali. Sul prato del castello di San Giorgio si sono radunate oltre duecento persone e sono stati celebrati dei matrimoni simbolici di coppie omo ed eterosessuali. L’evento è stato rovinato da un tentato assalto da parte dei fascisti di Forza Nuova e dai naziskin locali. Sui media se ne è parlato in modo frettoloso : con questo breve testo vogliamo fare controinformazione per spiegare cosa è realmente successo.
Il giorno prima, sabato 9 febbraio, Forza Nuova aveva tenuto un banchetto elettorale forte delle solite quattro facce del movimento mantovano; al contempo ad un paio di giovani studentesse, fuori da un istituto scolastico cittadino, erano stati tolti di mano con fare minaccioso i volantini sul presidio antirevisionista del comitato antifascista.
All’inizio della manifestazione di Arcigay girava già l’informazione che ci fossero in giro alcuni estremisti di destra vestiti di tutto punto con bomber e anfibi: di questo erano state subito informate le Forze dell’ordine presenti. Davanti al castello c’erano diverse coppie adulte, ma anche diversi bambini e anziani.
Dopo i saluti delle varie associazioni è avvenuta la provocazione.
Intorno alle 11.10 dal ponte di San Giorgio si sono sentite arrivare urla sguaiate e rumori di scoppi. Poco dopo è apparsa una ventina di fascisti con striscioni, petardi e fumogeni intenti ad inveire contro i matrimoni gay che, indisturbati, hanno marciato da Campo Canoa al castello di San Giorgio.
In un primo momento la polizia era totalmente assente.
[Una testimone che ha sentito i cani sul lungolago e sulla ciclabile del ponte di San Giorgio abbaiare impauriti per gli scoppi dei petardi, ha prontamente telefonato alla polizia che le ha detto che era “tutto sotto controllo”]
Dalla manifestazione di Arcigay si sono prontamente staccati alcuni cittadini e alcuni attivisti che sono andati a fronteggiare il gruppo di provocatori fascisti per tenerli lontani dal luogo dell’evento e proteggere adulti e bambini che erano sul prato. La manifestazione è andata avanti e un applauso forte alle parole del presidente di Arcigay ha coperto le urla del manipolo di fascisti.
Ribadiamo che, diversamente da quanto riportato dai media, solo DOPO un paio di minuti sono arrivate le prime FF.OO. a tenere divisi i due gruppi e fare arretrare i fascisti fino al rondò del lungolago.
Due minuti in cui poteva succedere di tutto.
Da lì in poi non c’è stata la rituale “bonifica” della situazione che prevede che vengano prontamente allontanati e dispersi i contestatori – che invece continuavano a lanciare petardi grossi e accendere fumogeni mentre le auto continuavano a passare alle loro spalle-, ma le poche FF.OO. presenti hanno solo fatto una piccola barriera dando le spalle ai fascisti e cercando di contenere la rabbia dei manifestanti contro di loro.
(Vedi video di Mantova24)
Tra i venti figuravano diverse facce note: tre neonazisti della Bassa con in mano il loro striscione firmato “Extrema Ratio”-una delle sigle del neonazismo mantovano-, e un altro paio di mantovani. La rivendicazione dell’accaduto è di Forza Nuova Milano, ma alcuni dettagli parlano “veronese”.
La prima domanda viene naturale: com’è possibile che una ventina di squadristi abbia avuto il tempo e modo di organizzare l’assalto senza che nessuno ne avesse “sentore” e che abbiano potuto marciare dal parcheggio di campo canoa (dove avevano parcheggiato anche diverse coppie gay) fino al prato del castello indisturbati?
Al contempo c’era un’altra minaccia: dall’altro lato del castello, proprio sotto alla corona di fiori per i caduti delle foibe, si era radunata una decina di naziskin, anche questi più o meno noti del giro “Mantova Skinheads / Extrema Ratio” che osservavano da lontano la manifestazione di arcigay e la provocazione dei loro camerati.
Anche qui solo qualche minuto dopo, l’arrivo delle volanti ha spinto i fascisti ad allontanarsi.
In serata uno dei nuovi coordinatori di Forza Nuova, rampollo di una storica famiglia di produttori di biciclette, ha diramato un comunicato sull’accaduto definendo l’assalto una “semplice protesta” contro i matrimoni gay che non ha nulla a vedere con l’omofobia.
Loro non sono omofobi, dicono.
Allo stesso modo, Extrema Ratio ha diffuso un comunicato in cui dice di sostenere FN Milano che ha organizzato la pagliacciata (“ma non la sezione mantovana”); i naziskin presenti al cippo delle foibe sarebbero sempre di extrema ratio e avrebbero presidiato lo stesso insieme ad un “magico” pullman di profughi istriani.
Sono state annunciate denunce contro i fascisti, ma questo non toglie che qualcosa sia andato storto nella gestione della piazza e che alcuni fatti rimangano inspiegabili.
Allo stesso modo occorre rivolgersi agli amministratori politici: un sindaco che ha concesso sale ai fascisti, che ha provato a giocare agli opposti estremismi e che non ha speso parole importanti per la manifestazione di arcigay, ha potuto vedere chi rappresenta realmente un problema per la sicurezza di Mantova. Insieme a lui va interrogato anche il solito consigliere padano che con naziskin e fascisteria varia va a braccetto o li usa direttamente come manodopera.
Il fascismo è fuorilegge,
lui e chi lo protegge.